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Formazione: nessun obbligo di utilizzare tutte le 80 ore funzionali all’insegnamento

USB rifiuta l’interpretazione distorta del CCNL di taluni DS. Formazione: nessun obbligo di utilizzare tutte le 80 ore funzionali all’insegnamento.

Il nuovo Contrato di lavoro della Scuola chiede di dedicare le eventuali ore residue delle 80 annuali dedicate agli organi collegiali prioritariamente alla formazione. Sottolineiamo che si tratta delle ore dedicate a Consigli di Classe, Collegi, dipartimenti e altri impegni funzionali all’insegnamento, compresi, con questo nuovo contratto, anche i GLO.
Il CCNL recita all’art. 44, comma 4: «Fermo restando che le ore di cui alle lettere a) e b) del comma 3 sono prioritariamente destinate alle attività collegiali ivi indicate, le ore non utilizzate a tal fine sono destinate, nei limiti di cui alle lett. a) e b), alle attività di formazione programmate annualmente dal collegio docenti con il PTOF».
Non è dunque previsto alcun obbligo di raggiungere tali 80 ore complessive di impegni funzionali tramite formazione. Ad essere indicata è solo la priorità assegnata alla formazione dei docenti all’interno del monte ore massimo di 40 + 40. La parola prioritariamente non può, in nessun caso, essere confusa con obbligatoriamente.
In tal senso, va assolutamente respinta l’interpretazione portata avanti da alcuni Dirigenti Scolastici, secondo cui diverrebbe obbligatorio raggiungere il monte ore completo di 80 ore attraverso ore obbligatorie di formazione.
A sostegno di questa interpretazione occorre anche fare presente che, essendo il numero di ore previste per i consigli di classe variabile per materia e numero di classi assegnate, si arriverebbe all’assurdità di avere docenti con molte ore di formazione obbligatoria in più rispetto ad altri docenti con più classi e più consigli da effettuare.
USB invita quindi tutti i docenti a rifiutare questa interpretazione non corretta, votando contro formazioni imposte dai DS in Collegio e, come sempre, a scegliere la formazione in base a criteri di interesse e di utilità nei confronti del proprio lavoro e a respingere qualsiasi tentativo di introdurre obblighi formativi inserendo queste attività nei piani triennali dell’offerta formativa.

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